L’Italia ha un mercato di aviazione nazionale tra i più grandi nell’UE; nel 2017 ci sono stati 62 milioni di passeggeri nazionali, secondi solo alla Spagna, ed il quarto più grande numero di passeggeri intra-UE.

In termini di emissioni, nel 2016 le emissioni domestiche erano al quarto posto in Europa equivalenti a 2,2 Mt di Co2.

Altre modalità di trasporto più “pulite” possono competere con l’aviazione domestica all’interno della penisola (come ferrovie e autobus) tuttavia, questo non è il caso delle isole italiane della Sicilia e della Sardegna. I voli da Roma verso Catania e Palermo nel 2015 hanno rappresentato le rotte più trafficate in Europa con, complessivamente, circa 3.5 milioni di passeggeri.

Poiché questi voli sono coperti dal sistema di scambio di emissioni dell’UE (ETS), un aumento del prezzo del carbonio dovrebbe prima o poi essere raggiunto per allentare la pressione sulla domanda.

Sfortunatamente i tetti delle quote assegnate all’aviazione non vanno di pari passo con le riduzioni richieste dall’Accordo di Parigi.

Ciononostante, la tassa comunale italiana richiede agli aeroporti italiana un'imposta sui passeggeri in partenza che ad esempio, a Roma può raggiungere i 7,5€. Con una percentuale del numero di passeggeri che passano per la capitale pari al 25%, la tassa complessiva riscossa equivale a 555 milioni di euro. Queste misure sono lodevoli in un clima in cui le tasse sono comunemente viste come una minaccia al turismo.

Fonte : Transport & Environment (2019) Emission Reduction Strategies for the Transport Sector in Italy / European Climate Initiative (EUKI)

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