Ricordate? Fu nel dicembre 2015 che 184 paesi si riunirono in Francia per stipulare l’Accordo di Parigi sul clima, un trattato internazionale che stabilisce un quadro globale per evitare pericolosi cambiamenti limitando il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C e dedica gli sforzi per limitarne l’aumento a 1.5°C al di sopra dei livelli pre-industriali.
Dal 2015 altri paesi si sono uniti al trattato che raccoglie ora 197 firmatari - quasi tutte le nazioni della terra. Di questi, 189 hanno concretizzato il loro sostegno con l’approvazione formale - senza contare l’imminente rientro degli Stati Uniti sotto l’amministrazione di Biden.
L’UE dovrebbe raggiungere il suo obiettivo di riduzione del 20% nel 2020. Secondo stime recenti, nel 2019 le emissioni gas a effetto serra nei paesi dell’UE-27 erano inferiori del 24% rispetto al 1990. La diminuzione delle emissioni tra il 2018 e il 2019 è stata del 4% - la maggiore riduzione annuale vista nell’ultimo decennio.
Tuttavia, molti stanno facendo sentire la propria voce come ad esempio quella dell’Universal Ecological Fund (UEF) che ha esaminato l’impegno delle 184 nazioni per l’accordo di Parigi concludendo che tra queste, 130 nazioni - incluse Cina, Stati Uniti e India, 3 dei maggiori emettitori del mondo - non stanno riuscendo a raggiungere i loro obiettivi di riduzione per il 2030.