La pandemia di COVID-19 ha messo in evidenza sia i rischi operativi, sia quelli di terzi che possono colpire la supply chain. I CPO (Chief Procurement Officer) hanno identificato tutti i punti deboli e stanno ora rivedendo i rischi e le opportunità nella loro organizzazione, per prepararsi all’anno che verrà.
Infatti, un recente sondaggio condotto da Coupa e WBR Insights su 200 CPO rivela che il 76% di questi ritiene di non disporre dei giusti parametri e dati per misurare la salute della propria supply chain.
Questa cifra è preoccupante. Al fine di poter correttamente gestire i rischi e valutare le opportunità nella supply chain, i CPO devono necessariamente disporre dei giusti dati ed avere l’abilità di modellare digitalmente scenari di supply chain alternativi.
Nonostante il rischio operativo rappresenti la principale preoccupazione dei CPO, la maggior parte di questi non si sente in grado di identificare il rischio operativo prima che la supply chain fallisca a causa di problemi operativi. Quasi il 60% dei CPO intervistati ha dichiarato di non aver molto fiducia nelle proprie capacità di identificare i rischi operativi nelle loro supply chain.
I rischi derivanti dalle operazioni potrebbero essere direttamente ricondotti a risorse umane o a quelle tecniche, cosí come a i processi in atto. Per esempio, la pandemia ha mandato a casa molti dipendenti costringendo le aziende a rivedere completamente la loro preparazione al lavoro da remoto e i turni della supply chain. Oltre a questo, un’ondata senza precedenti di attacchi informatici ha indebolito molte organizzazioni. La crisi dovuta al Covid ha mostrato come i molti sistemi di gestione della spesa (SMS) datati, non sono abbastanza sofisticati per implementare una strategia resiliente.