Esiste un comune e profondo disaccordo tra l’equipe di procurement e quello finanziario quando si parla di risparmi. I primi sostengono che il denaro risparmiato sia dovuto alle loro abili negoziazioni durante il sourcing mentre i secondi continuano a cercare di vedere l’ombra di questi risparmi mentre tirano le somme. Ma dove sono finiti questi risparmi?
Per rispondere a questa domanda è necessario fare una distinzione tra “risparmi identificati”, quelli che potrebbero teoricamente essere realizzati alla firma del contratto, e “risparmi realizzati” calcolati cioè solo una volta che il contratto è stato portato completamente a termine. Nel passaggio da una tappa all’altra potrebbero verificarsi molte perdite ed erodere il risparmio ottenuto inizialmente nel corso della transazione. Secondo gli esperti di mercato solo il 22% delle aziende valuta i risparmi dopo che la spesa è avvenuta.
Tracciamento insufficiente delle prestazioni del fornitore - L’azienda non è adeguatamente equipaggiata per essere capace di verificare se il contratto è stato debitamente eseguito
L’applicazione di una debole politica del fornitore preferito - alcuni dipendenti ordinano ancora da venditori che non sono stati controllati dal team di procurement.
I quantitativi acquistati sono minori di quelli previsti - Il prezzo pre-negoziato perciò non può essere applicato
Mancata corrispondenza tra fattura e contratto - le discrepanze delle tariffe non possono quindi essere identificate né corrette
Per contrastare tutti questi perniciosi costi indiretti, i team di procurement e finanza avranno bisogno di unire i propri sforzi al fine di integrare i processi di bilancio. Ma ovviamente tali processi non potranno avere un vero e proprio seguito in mancanza di un sistema di gestione delle spese capace di tracciare tutti i risparmi.